Alcuni metodi/tecniche/stratagemmi/azioni che si possono fare per combattere/contrastare/lottare contro l’infame tessera discriminatoria razzista/fascista nella scuola, precorritrice della riduzione dell’essere umano a un qrcode senza la cui approvazione non è considerato neppure “presente”, cioè viene simbolicamente (per ora) ucciso.
Questo ovviamente fino alla prossima dad, per tutte/i, che io prevedo al più tardi a fine ottobre.
Mutatis mutandis alcune di queste azioni possono essere esportate/applicate/utilizzate anche in altri lavori, nel pubblico o nel privato.
Alcune di queste azioni sono ovviamente alternative tra loro, altre si possono intrecciare a seconde delle possibilità, del coraggio e della forza, insomma della situazione personale (ed economica) di ognuno/a.
Tendenzialmente ho indicato prima le cose più apertamente d’opposizione, non accettazione dei tamponi/gp, poi quelle che potrebbero essere contemplate da un’accettazione/sottomissione almeno parziale dei ricatti mafiosi, agendo dall’interno in modo da logorare il sistema.
C’è però da fare una premessa: per ovvie ragioni ritengo pressoché impossibile (e anche un po’ assurdo) che uno non vaccinato conduca questa guerra. In teoria potrebbe succedere, per ragioni di principio, per uno che, credendo nel “vaccino” si sia vaccinato, ma ritenga comunque vergognoso il greenpass. Ma essendo questo uno sforzo non indifferente mi pare alquanto improbabile che concretamente accada, per cui mi rivolgo a chi, per le innumerevoli e varie ragioni che conosciamo, decide di non vaccinarsi.
Visto che comunque si sa che si oppone al greenpass e in generale a tutto questo sistema di controllo/dominio/manipolazione, a me pare assai inverosimile poter condurre questa guerra senza dichiarare apertamente le proprie ragioni, almeno finché ci sarà possibile farlo, e non dimentichiamo che non è scontato, quindi io mi rivolgo prevalentemente a chi vuole fieramente sostenere apertamente le proprie ragioni non solo nelle manifestazioni, se ci va, ma anche in classe, coi colleghi, coi genitori e col/con la Dirigente e i suoi/le sue collaboratori/collaboratrici.
Sgomberiamo il campo dai segreti di Pulcinella.
Aggiungo anche che qualunque cosa facciamo/decidiamo/scegliamo quanto sta accadendo dimostra l’assoluta inutilità/insensatezza/nocività del sistema scolastico, per motivi fisici e psichici, divenuto ormai, in ogni ciclo, una scuola di schiavitù, sottomissione, umiliazione e mortificazione, oltre che fonte di malattia/e: fisiche, psichiche, psicosomatiche.
1) Ovviamente, presentarsi senza greenpass, per tutti i giorni in cui è possibile, arrivando o no alla sospensione.
2) Se si è sospesi, ripresentarsi tamponati, per un altro po di volte, poi di nuovo senza tampone, ovviamente senza preavviso, ecc. Purtroppo le prime sospensioni confermano che la somma dei giorni senza gp è cumulativa, non consecutiva, quindi non è che si possa ogni volta arrivare a 3,4, poi tamponarsi e poi ricominciare da capo. Si può però, se si ci si può permettere di perdere dei soldi, essere sospesi e ripresentarsi, di nuovo sospesi e ripresentarsi…
3) Avere ben cura di portare più disagio possibile nei giorni peggiori: per esempio scrutini, udienze generali, ecc. Ricordiamoci che, al netto delle eventuali cattiverie/ritorsioni/vendette illegittime dei dirigenti, un giorno di presenza è uguale a ogni altro giorno di presenza e la retribuzione è la stessa: mancare il giorno prima delle feste natalizie o un giorno qualunque di ottobre o novembre è uguale, economicamente, che mancare il primo giorno di scuola, oppure il giorno degli esami integrativi, degli scrutini, ecc.
Ovviamente quando scrivo, 22 settembre, la speranza è che questa infamia non si debba più riproporre nei prossimi scrutini, ma purtroppo non è scontato.
4) Quando e se ci si presenta senza tampone/qr code al Dirigente, registrare di nascosto tutto e contestare che si è presenti, non assenti, e che ci si opporrà a quest’assurdità dell’assenza ingiustificata, anche legalmente e per le relative ripercussioni economiche, anche per un solo giorno.
5) Presentare la diffida e chiedere che venga protocollata il giorno stesso.
6) Ove ce ne fosse il tempo, ma purtroppo si sa che non c’è mai, far rilevare la incostituzionalità di tale infame norma (in vari articoli tra cui il 32) e la sua violazione della risoluzione europea n. 953/2021, della Convenzione dei Diritti dell’Uomo, (art. 15), della Risoluzione 2361/2021 del Consiglio d’Europa, ecc. ecc. e anche che nell’infame decreto si parla di assenza ingiustificata ma non è richiesto esplicitamente che all’insegnante debba essere bloccato fisicamente l’accesso.
7) Avviarsi verso la classe e diffidare di denuncia gli scagnozzi del/della dirigente se si verrà bloccati fisicamente.
8) Farsi firmare un foglio dove si riconosce che la/il maestra/o docente è presente ma non la/o si fa entrare. (Ma sappiamo che purtroppo non lo fanno).
9) Chiamare i Carabinieri e far verbalizzare che si è presenti, non assenti.
10) Denunciare il Dirigente scolastico per la violazione di tutte le norme presenti nella diffida: questo ovviamente va valutato in base alla sua umanità o disumanità, alla sua intelligenza, ai rapporti pregressi, alla sua sensibilità e apertura oppure ferocia ottusità e entusiasmo nell’applicare le norme razziste.
11) Segnalare (ovviamente con pec) al garante della privacy.
12) Rifiutare categoricamente il controllo degli scagnozzi e interloquire solo col/con la Dirigente, a quanto mi viene detto di ciò non ci dovrebbe essere più bisogno perché l’applicazione dovrebbe essere data in gestione solo al/ai dirigenti.
13) Ove restassero degli scagnozzi alla porta chiedere loro:
- l’informativa su chi sia il titolare del trattamento dei dati,
- l’informativa su come esercitare i diritti di cancellazione e di accesso ai dati sanitari
- il sistema di accesso e di conservazione dei dati di tutti quanti
- se abbiano effettuato il relativo corso SOGEI (e documentazione)
14) Fuori da scuola, una volta “respinti”, fare dei video e/o delle dirette (si può usare facebook, instagram, youtube), in cui si dichiarino le proprie idee, posizioni, le motivazioni del proprio agire, diffonderli il più possibile anche rispetto alla comunità scolastica in questione. Ovviamente non si devono coinvolgere nel video stesso altre persone: dirigente e suoi scagnozzi, allievi/e, genitori, forze del dis-ordine. Invece perché no l’eventuale supporto di cittadini consapevoli? Si farà fuori della scuola e nessuno può dir nulla.
15) Se ci si fa il tampone, evitare di scaricare il gp, avere solo la certificazione cartacea, è comunque controllabile anche da lì
16) Rifiutare assolutamente la consegna di qualsiasi cosa (ivi compreso il foglio) in quanto è una ulteriore violazione della privacy.
17) Fare i tamponi volontariamente in orari che prevedono lo scadere della “validità” durante le lezioni, in modo da restare anche dopo, violando in tal modo la norma fascista o costringendo dirigente o scagnozzi a “cacciarci” da scuola, il che sarebbe umiliante per loro, non per noi
18) Conteggiare le ore perse a fare i tamponi, compresi i tempi di andata e ritorno dalla farmacia, le code, ecc. Sottrarre tali tempi dalle attività collegiali previste non partecipando ad alcune di esse. Ovviamente anche in tali casi bisognerà mettere in conto una perdita economica e le solite lettere e ritorsioni. Oppure chiedere un indennizzo per il tempo impiegato, non rientrante nell’orario di lavoro. Anche se sarà qualcosa di puramente simbolico.
19) Idem per quanto riguarda i costi sostenuti: documentare tutto e chiederne il rimborso alla scuola.
20) Qualora/quando si entrasse in classe, esporre le proprie idee agli/alle allievi/allieve e la sfiducia scaturita dal constatare come il 95% (almeno) di tutte le/i i maestrie/i/insegnanti accettino tutto ciò senza colpo ferire.
Non so per voi, ma per quanto mi riguarda, questa è la mazzata finale a ogni supposta utilità/sensatezza della scuola tradizionale, e di ciò renderò conto agli/alle allievi/e. Ne consegue che, per quanto contraddittorio, si parlerà ai ragazzi sia dell’enorme manipolazione/menzogna/inganno/truffa alla quale stiamo venendo sottoposti, sia dei limiti, – è un eufemismo-, rischi, pericoli del sistema scolastico tradizionale. Sia di per sé, (anche prima della covidittatura), sia, a maggior ragione, con queste norme psicotiche e iatrogene. Naturalmente qui vanno fatti 2 distinguo: c’è chi potrà avere più coraggio/franchezza/decisione nel parlare di ciò, c’è chi ne avrà meno. A seconda degli allievi/e che si troveranno in classe, che sappiamo ahimè al 95% (almeno) completamente soggiogati dalla covidittatura, a seconda dei colleghi, della Dirigenza, dei genitori e, last but not least, della propria forza e coraggio, si sceglierà in che quantità e in quali modalità farlo; se in modo diretto, esplicito, franco; oppure indiretto, allusivo, anche facendo a meno di parlare di virus e vaccini.
Soprattutto per questo secondo aspetto si può incentrare la propria programmazione sugli aspetti relativi alla propria materia, così da far riflettere gli/le allievi/e.
Per cui la prima cosa di cui dovremmo essere coscienti è che a scuola sarebbe meglio non lavorarci, e la cosa migliore da dire ai/alle bambini/e, ragazzi/e e genitori sarebbe che se ne vadano, che li levino da quei ricettacoli di malesseri, malanni e malattie.
Faccio degli esempi banali:
- ovviamente la discriminazione, l’antisemitismo, le leggi razziali, la segregazione razziale e l’apartheid per chi insegni la storia; la caccia alle streghe, la dialettica individuo-collettività, popolo-governo per la filosofia, ecc.
- i conflitti di interesse, gli oligopoli, i rapporti tra politica ed economia, le lobby per quanto riguarda l’economia;
- le violazioni delle leggi, della Costituzione, la gerarchia delle norme per quanto riguarda il diritto;
- la manipolazione, la stigmatizzazione e criminalizzazione del dissenso, la spirale del silenzio, il conformismo, la devianza, gli esperimenti di Milgram sull’obbedienza, la propaganda lgbt in nome dell’eguaglianza versus l’accettazione di questa caccia alle streghe per il “no vax”, l’attacco ad hominem, il framing, il sistematico non rispondere, la psichiatrizzazione, la macchina del fango, ecc. per quanto riguarda la psicologia e psicologia sociale, la sociologia e la comunicazione, la retorica;
- ripercorrere/ricordare/rileggere romanzi e racconti che preconizzano/profetizzano/descrivono l’attuale distopia che stiamo vivendo, rispetto alla letteratura e alla storia del cinema, analogie e differenze;
- ovviamente neanche a parlarne per quanto riguarda scienza, biologia, medicina, matematica: la confusione tra malati e contagiati, l’utilizzo strumentale e farlocco di numeri e statistiche, ecc.
Aggiungo in ordine sparso solo qualche testo che potrebbe essere utilizzati all’uopo. Ovviamente potrebbero essere migliaia, ognuno attinga alla propria cultura, conoscenze e preferenze:
- 1984 (Orwell)
- Il Mondo Nuovo (Huxley)
- La Colonna Infame (Manzoni)
- Descolarizzare la società (Ivan illich)
- Chiudiamo le Scuole (Papini)
- alcuni libri di Noam Chomsky, (anche se, mi duole dirlo, lui stesso, ancorché molto vecchio, pare non si sia accorto di questa immonda truffa)
- Eresia (Citro Della Riva)
- Il Dio Vaccino (Alterio)
- La scienza della persuasione (Cialdini)
- La Banalità del Male (Harendt)
- Teoria e Pratica della Non-Violenza (Gandhi)
- La Mia Vita per la Libertà (Gandhi)
- La Disobbedienza Civile (Thoureau)
- La Società dello Spettacolo (Deborde)
- Il Secondo Trattato sul Governo (Locke)
- Breve Storia del Futuro (Attali)
- Sorvegliare e Punire (Foucault)
- Lettera a una professoressa (Don Milani)
- Lettere dalla Kirghisia (Agosti)
- La gioventù assurda (Goodman)
- La finestra di Overton
Preferiamo non accennare neppure agli innumerevoli documentari, film e altro che raccontano non solo l’attuale ballemia ma anche la fantascienza distopica, i processi di manipolazione, gli esperimenti su condizionamento, obbedienza e conformismo, l’analisi critica di ogni tipo di documento, le forme di educazione reale e autentica, ecc.
Ovviamente questo si potrà fare in modalità molto diverse a seconda dell’intelligenza/età/ricettività degli/delle alunni/e, del ciclo e indirizzo scolastico, (dalle elementari all’università), della disciplina insegnata, del contesto nel quale ci si ritrova, tra cui, non dimentichiamolo, anche eventuali colleghi/e di sostegno/educatori/educatrici presenti in aula.
Tuttavia, anche in quest’ultimo caso, se c’è dall’altra parte abbastanza intelligenza/disponibilità ci si può confrontare serenamente con chi eventualmente volesse o potesse rappresentare la vulgata dominante.
Questa è in ogni caso una obiezione con cui ribattere a chi osasse censurare: si vuole impedire il libero dibattito? Anche se fosse solo uno o una (e sì, anche fosse solo l’insegnante) a pensarla in modo diverso, quale compito più nobile ed elevato può svolgere la scuola se non insegnare il libero confronto tra le idee? Anche con simulazioni, giochi di ruolo ecc.? Sappiamo che ovviamente il governo e i suoi aguzzini vorrebbero imporre il pensiero unico anche su questo (come su tutto il resto, economia, lgbt, multiculturalismo e tutto il resto, ma è solo un caso ovviamente), ma ufficialmente ci si può sempre trincerare sul famoso detto: “La penso diversamente da te ma bla bla bla…”
Vogliono che insegniamo loro il libero pensiero o la Bibbia di burioni pregliasco conte e speranza? O anche se non facciamo riferimento alla ballemia in senso stretto, come possiamo del tutto evitare ogni confronto con l’attuale realtà che stiamo vivendo?
Dobbiamo solo chiedere la memorizzazione sterile e inutile di libri scritti 10 o 5 anni fa, che tra l’altro insegnavano esattamente il contrario di quanto si dice oggi? La libertà, l’uguaglianza, lo Stato di Diritto, la libertà d’impresa, dell’insegnamento, il dibattito scientifico, la sacralità del lavoro, ecc. ecc.
L’importante, naturalmente, è non fare noi quello che sta facendo il governo e, nel peggiore dei casi, chi implementa la tirannia: l’importante è che noi non sanzioniamo e non puniamo in alcun modo chi pensasse diversamente, per esempio esprimendo tutta la loro fiducia nelle maschere pure in mezzo al mare o in una dose di veleno-spike ogni mese e un controllo orwelliano di ogni spostamento.
21) REGISTRARE ALCUNE LEZIONI e/o LETTURE in cui si tocchino temi sensibili e delicati, per esempio alcune lettere di colleghi che hanno rassegnato le dimissioni, di parenti di cosiddette vittime di covid, di testimonianze di parenti di persone decedute dopo il vaccino, ecc. Questo lo si può fare o di nascosto, con audio, e in tal caso vale solo per autodifesa, per esempio per ribattere a eventuali distorsioni di quanto detto, oppure ammettendo apertamente che lo si sta facendo. Ci si può anche riprendere (tramite cavalletto) solo noi, registrando la lezione e dicendo di volerla utilizzare come strumento didattico, per esempio rendendola disponibile online. Ovviamente questo senza che compaia alcun/a allievo/a o al massimo, se intervengono, si potrà sentire la voce. Ovviamente si tratta di azioni molto coraggiose e decise da attuarsi solo qualora si ritenesse che ne valga la pena, ma vanno a toccare e coinvolgere direttamente il ruolo e il significato dell’educazione. E poi cosa farne? Diffondere? May be. Che problema c’è? Già da tempo lo facevano tante scuole, tante università. Perché non possiamo farlo noi se siamo convinti di quanto diciamo e se la cosa coinvolge solo noi? Eventualmente, per tagliare la testa all’insalata, si può organizzare la cosa in 2 parti, in modo che nella prima nessuno parli, per non essere registrato, e nella seconda, senza (audio) registrazione, possano chiedere quello che vogliono. Devo ricordare che per definizione sia le lezioni nelle scuole che nelle università sono pubbliche, pagate con le tasse di tutti, e in teoria dovrebbe poter accedere chiunque (genitori compresi), anche se ovviamente, per quanto riguarda i minori, intervengono altri fattori.
22) Scioperare nelle date indicate dai pochi sindacati che ancora fanno qualcosa, senza avvisare prima e senza prima compilare alcun modulo… Ovviamente bisognerebbe essersi già disiscritti da tempo dalla trimurti sindacale, cgil cisl e uil, optare eventualmente tra fisi, anief, cub, (non ho ancora ben capito la posizione dei cobas), ma in ogni caso TOGLIERE IMMEDIATAMENTE IL PROPRIO SOSTEGNO A CHI HA CHIESTO L’OBBLIGATORIETÁ AL GOVERNO.
23) RIFIUTARE SISTEMATICAMENTE OGNI COLLABORAZIONE CON LA SCUOLA CHE VADA AL DI LÁ DEL MINIMO NECESSARIO: NIENTE GITE, SUPPLENZE, PROGETTI, COORDINAMENTI, FUNZIONI STRUMENTALI, PCTO, ALTERNANZE, niente di niente.
24) BOICOTTARE APERTAMENTE i collegi docenti, i consigli di classe, di materia e ogni altro consesso a cui si partecipi, (sempre che lo si faccia), presenziando solo fisicamente. Non accendere il video se è on line, non votare, (tranne che negli scrutini, dove è obbligatorio). Non dire alcunché, MEGLIO SE ESPRIMENDO ALL’ INIZIO E FACENDO METTERE A VERBALE IL PROPRIO DISSENSO SU QUESTE NORME SEGREGAZIONISTE. Capisco che può sembrare difficile farlo, perché ci si sentirà “i cattivi” scritti alla lavagna, ma se anche lo facessimo in 2, 3, 5 per ogni collegio docenti, la forza dei pochi coraggiosi finirà con l’imporsi sulla codardia ottusa (e la codarda ottusità) del gregge. Diventerà un dissenso aperto, dichiarato, non dissimulabile e non occultabile più da nessun collega, dirigente, genitore.
25) Ricorrere al giudice del lavoro in caso di sospensione, se possibile col sostegno di un sindacato degno di tale nome, ancorché minoritario.
26) Ricorrere con avvocato tramite causa individuale, ma è una procedura che al momento pare molto incerta e sembra richiedere se non la metà, almeno un terzo dello stipendio di un anno, io lo sconsiglierei.
27) Denunciare la Scuola/Dirigenza qualora si contragga il covid, meglio con preventiva diffida, dato che, immaginando di credere nei tamponi (in cui io comunque non credo), se accade sarà molto più probabile essere stati contagiati da un “buono-perbene-coscienzioso-vaccinato-che-tutela-gli-altri”.
28) Denunciare e richiedere la verifica dell’agibilità per ogni tipo di mancanza strutturale/di sicurezza che possa creare rischi, dato che, come usano dire: “la salute è la prima cosa”. Mura pericolanti, sistemi elettrici insicuri, aule in cui piove, vecchi banchi e sedie accatastati in modo pericoloso, ratti, bagni rotti, ecc.
29) Altri metodi, comunque non-violenti e nell’ambito della disobbedienza civile, sono ancora più semplici e facili da immaginare, ma per ovvie ragioni preferisco non indicarli qua.
30) Non rientra precisamente nella questione del “nostro” gp, ma ovviamente contrastare, documentare e denunciare ogni forma di pressione e discriminazione che possa avvenire nei confronti di allievi/e a cui si richiede se siano vaccinati o no. Denunciare la cosa innanzi tutto alla Dirigenza (ahimè, anche se sappiamo che ce ne saranno alcune che istigheranno tali abietti comportamenti), al garante della privacy e all’autorità giudiziaria. Se non si vuole rischiare di impelagarsi in cause, ovviamente, si può fare denuncia contro ignoti anche se si conoscono i responsabili. In ciò, ovviamente, conta molto la posizione/opposizione degli/delle allievi/e e delle relative famiglie.
31) Penso non ci sia bisogno di dirlo ma credo che tutto questo debba influire direttamente anche sulla valutazione degli allievi/e: che senso ha penalizzare, punire, sanzionare chi non studia, se tutto questo studio, i colleghi e le colleghe dimostrano, e i giudici, e i politici, e gli pseudo-medici, e i giornalisti ci dimostrano che non serve a un’emerita cippa? Se mai dovessi rientrare a scuola io lavorerò solo sul confronto, sul dibattito e sull’espressione dell’individualità di ognuno/a.
32) Naturalmente sta anche a noi scegliere di assoggettare e imporre eternamente a questi/e bambini/e ragazzi/e le norme psicotiche dettate dai carnefici, oppure no. Del resto, sappiamo che purtroppo almeno il 90% di loro ha talmente interiorizzato la covid-religione che sono come gli animali in gabbia che non ne escono neppure se la gabbia gliela apri…
Buon sabotaggio
obiezione di coscienza
disobbedienza civile
VIVA LA COSTITUZIONE
VIVA LA VITA E LA LIBERTÁ