L’Italia bollita

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Immagina un pentolone pieno d’acqua fredda nel quale nuota tranquillamente una rana. Il fuoco è acceso sotto la pentola, l’acqua si riscalda pian piano. Presto diventa tiepida. La rana la trova piuttosto gradevole e continua a nuotare. La temperatura sale. Adesso l’acqua è calda. Un po’ più di quanto la rana non apprezzi.

Si stanca un po’, tuttavia non si spaventa.

L’acqua adesso è davvero troppo calda. La rana la trova molto sgradevole, ma si è indebolita, non ha la forza di reagire. Allora sopporta e non fa nulla. Intanto la temperatura sale ancora, fino al momento in cui la rana finisce – semplicemente – morta bollita.

Se la stessa rana fosse stata immersa direttamente nell’acqua a 50° avrebbe dato un forte colpo di zampa, sarebbe balzata subito fuori dal pentolone.”

Noam Chomsky

Adesso immagina che ai primi di marzo uno Stato (l’Italia), imponga un lockdown totale, cosa mai accaduta, neanche nella seconda guerra mondiale. Diciamo per 15 giorni. Tutti dicono: “Sì, chiudiamo tutto così poi ripartiamo con più forza”. Ma poi i 15 giorni diventano un mese. Un mese diventa due mesi. 3 mesi. Molte aziende già chiudono. Ma i più abbozzano, pensando, va beh, è un brutto periodo, ci rifaremo presto. Poi arriva l’estate, ma neanche il tempo di ricominciare e le chiusure ricominciano. Le mascherine (e i guanti), dapprima suggerite, tra i molti distinguo e precisazioni della loro inutilità o anzi dannosità, diventano più o meno obbligatorie, prima in qualche regione, poi in tutta Italia. Col meccanismo che un presidente di Regione chiude ha paura di essere visto male, chiede al governo di chiudere lui tutto. Cosa che per lo più il governo fa. Si arriva così a ottobre che già molte aziende hanno chiuso, molte famiglie sono ormai devastate dal terrore del virus, da depressione, angoscia, disturbi ossessivi-compulsivi legati alla paura del virus, degli altri, di qualunque cosa tocchino. Vecchi, maturi, giovani, bambini. 

Ma il terrorismo non si ferma, e il popolo, ormai stremato, viene raggirato con la storia dei vaccini, e naturalmente nel modo più brillante possibile: si crea l’angoscia della scarsità! Ci sono pochi vaccini! Troppo pochi! È un farmaco salvavita! (Lopalco) Bisogna correre ai ripari! Più vaccini, più vaccini, più vaccini! Chi non si vaccina muore! 

Dopo la cosiddetta seconda ondata la scuola viene di nuovo richiusa, e quando viene riaperta, per qualche settimana, viene reimposta la mascherina per diverse ore di seguito, in bambini/ragazzi rovinati/devastati/derubati del tutto della loro vitalità, col senso di colpa, con le proibizioni, con le minacce, con l’invito alla delazione, con questo clima fascistoide.

Nel frattempo ormai da un anno la televisione ha fatto scomparire ogni altra informazione, ogni altra malattia. Non parla della miseria, dei disturbi psichiatrici a mille, dei suicidi, del precipizio di una nazione nella rassegnazione, nella disperazione, nel dolore anche delle migliaia di vittime, non del covid ma della “covidsanità”, che potevano essere curati e che sono morti per la “tachipirina e vigile attesa” prescritta dal macellaio ministro della sanità, che meglio sarebbe chiamare ministro del lockdown e dello sterminio. Guarda caso, proprio contestualmente alle prime vaccinazioni di massa, compaiono delle “varianti”, e più si vaccina, più queste varianti aumentano, e sono più contagiose, sono più pericolose, prendono anche i bambini… Lo stesso Galli, uno dei più terroristi che fino a qualche giorno prima diceva “che iniettare solo la prima fiala avrebber scatenato delle varianti, qualche giorno dopo trova la cosa normale. A quel punto, ormai, il gioco è così riuscito che nessuno ci capisce più niente neppure del continuo gioco delle tre carte dei tamponi e dei presunti contagi che calano e aumentano, fatti e contati e processati chissà come, chissà dove. 

l’Italia è stata ridotta a brandelli in un’arlecchinata multicolore cangiante, per colpa, naturalmente degli italiani che si sono permessi di andare in vacanza, al mare, in montagna, che hanno persino raggiunto le famiglie! Criminali! Incoscienti! A quel punto non contano più le morti in tutto il mondo, pochi giorni dopo le vaccinazioni, che si accatastano, (ma non c’è nessuna correlazione, naturalmente), a quel punto già la maggioranza delle aziende hanno chiuso oppure non si possono più riprendere, hanno svenduto tutto alle mafie o sono ricorsi agli usurai, un popolo ormai del tutto impazzito non pensa ad altro che alla paura di morire, mentre proprio la sua vita è stata in tal modo accorciata con la devastazione del sistema immunitario, con l’angoscia, l’ansia, la depressione, la solitudine, l’isolamento, la rabbia, che naturalmente non può che scaricarsi contro chi prova a ribellarsi a questo stato di cose, se non ci fossero bisognerebbe inventarli. 

È così che l’Italia, paese volano delle politiche vaccinali, dalla Lorenzin in poi, paese dove già con l’esperimento della xilella era stata distrutta la millenaria cultura degli ulivi, è riuscito a lanciare il brand del lockdown, della dittatura sanitaria, esportata con successo in tutto il mondo da un partito che si sarebbe opposto, diceva, all’obbligo vaccinale, alle alleanze coi vecchi partiti, al regime mediatico (!), all’Euro (!), all’oligarchia finanziaria (!). 

“Apriremo il parlamento come una scatola di tonno”, dicevano. 

“Uno vale uno”. “Onestà onestà”. “Aboliremo la povertà per decreto”. Hanno finito con l’imporre la miseria e il divieto di vivere, di lavorare, di gioire, a tutta l’Italia. E anche abolito il diritto alla salute, sostituito dall’ossessione di non avere nel sangue il covid, (innocuo nel 95% dei casi, e in realtà curabile negli altri), così come i tedeschi non dovevano avere sangue ebreo o di altre “razze”. 

“Apriremo il parlameno come una scatola di tonno”. 

Hanno chiuso il paese in una bara. E hanno cremato il tutto per cancellare le prove.

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