Lettera agli amici/alle amiche maestri/e, insegnanti, docenti, educatori/educatrici teoricamente consapevoli di quanto sta accadendo.

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29 agosto 2021 

Buongiorno colleghe e colleghi,

spero che chi è ancora più radicale e pronto di me a scelte coraggiose (o chi le ha già fatte) capirà che non mi riferisco a loro.

Non è possibile che dopo un anno e mezzo di dittatura in cui ci hanno separato dai parenti, anche morenti (morenti di cosa, non lo sapremo mai), hanno chiuso i nostri figli in casa, hanno minacciato, censurato, radiato tutti i rarissimi medici che hanno osato alzare la testa, hanno fatto già fallire decine o centinaia di migliaia di imprese, buttando sul lastrico milioni di famiglie, hanno provocato enormi disturbi psichiatrici in tutta la popolazione, hanno fatto morire letteralmente per incuria (per mancate cure) oltre centomila italiani (sia quelli ufficialmente morti di covid sia tanti altri di cancro, ictus, infarti, ecc.), hanno segregato per 2 anni bambini/e e ragazzi/e, hanno convinto i bambini che se abbracciavano il nonno lo avrebbero ucciso o che se si scambiavano la merenda coi compagni li avrebbero uccisi o ne sarebbero stati uccisi, ci hanno impedito di respirare, adesso stanno instaurando un regime di apartheid e un clima di odio contro chi la pensa diversamente, non è possibile che in tutto questo l’unico problema e l’unico grande dilemma sia riuscire a scampare la tortura sistematica dello sfondamento nasale, chiaramente e dichiaratamente punitiva, facendo i test salivari anziché quelli antigenici o molecolari.

A parte il fatto che le ultime iniziative di questa banda criminali sembrano impedire del tutto anche questa minima (e patetica) “escamotage”, È VENUTO IL MOMENTO DI DIRE DEI NO CHIARI, APERTI, ESPLICITI, FORMALI, UFFICIALI, RISOLUTI!

Io non dico che dobbiamo tutti farci sospendere e/o licenziare, si sa, questo è il paese del tengo famigghia (anche quando ormai a tenerla siamo in pochi/e), ma dobbiamo avere il coraggio di denunciare l’orrore che ci sta sovrastando, e sta sovrastando non solo noi, ma anche i bambini/e ragazzi/e giovani che noi dovremmo contribuire a formare, e che certamente hanno meno strumenti di noi per comprendere.

Se nessuno/a di noi alza la testa, se nessuno/a di noi dice bah, se nessuno di noi urla, chiaramente, senza ambiguità. “NO, QUESTO È TROPPO, QUESTO È UNO SCEMPIO, C’È UN LIMITE A TUTTTO E QUESTO LIMITE È STATO ORMAI AMPIAMENTE SUPERATO”, non potremo ancora definirci insegnanti, formatori ed educatori di chicchessia, non perché saremo stati sospesi da una banda di criminali, ma perché ci saremo ridotti a degli schiavi esecutori che non meritano neanche il rango di baby sitter, perché anche le/i baby sitter hanno il dovere di tutelare l’incolumità dei bambini a loro affidati, cosa che per esempio non sta accadendo con le scandalose vaccinazioni di massa di ragazzi, con un prodotto sperimentale, come appare chiaro nel sito ultra-complottista del Senato: http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/print/18/Sindisp/0/1299973/0

Non si tratta quindi di salvaguardare solo la nostra pelle, la nostra vita, la nostra salute, i nostri nasi e quanto c’è più su salendo fino al cervello, ma il senso del nostro lavoro, il senso delle nostre vite che siamo posti dinanzi alla scelta di fingere che vada tutto bene e che tutto sia normale, e voltarci dall’altra parte, anche facendo i tamponi, che bene non fanno a nessuno, che sono una delle architravi di tutta questo baraccone e che non hanno alcuna attendibilità scientifica. Se permettiamo ulteriormente la distruzione delle giovani generazioni con queste regole psicotiche, che riducono ogni asilo, scuola, università a una prigione, e noi a dei kapò, sarà del tutto inutile inondare queste chat e questi gruppi di link sul deepstate, su kill gates, fauci e il reset, perché di fatto anche noi gli avremo detto sì. 

Pensiamo alla violenza inaudita nella discriminazione anche versgo gli/le alunni/e, a livello nazionale o nelle singole scuole particolarmente prone e ligie alla psi-covid-ittatura (o psico-vi-dittatura):

https://www.facebook.com/boionpolesine/photos/a.112416877811663/114226384297379/

Ci sono centinaia di modi di dire no, di dichiarare il dissenso, che tra di loro si possono mescolare, intersecare, intrecciare, divergere e riunirsi, MA QUALCOSA DOBBIAMO FARE, CHE VADA OLTRE L’UNICA PREOCCUPAZIONE DI NON PERDERE SOLDI.

Fin dal primo giorno potremo:

  1. rifiutarci di presentare il pass, dichiarando quanto questo sia illegittimo, anticostituzionale, degradante, contrario ai diritti dell’uomo e anche in violazione del regolamento europeo 953, superiore all’infame dl 111;
  2. scrivere già prima del 1 settembre, (o comunque prima dell’ingresso a scuola), una lettera che spieghi l’illegalità del tutto; c’è ampio materiale su “Contiamoci” 
  3. presentare (e spiegare) al DS diffida a impedirci l’ingresso
  4. presentare (e spiegare) il freepass del ComiCost
  5. chiedere al delegato/alla delegata del preside se abbiano ricevuto un corso d’istruzione da parte del titolare del trattamento dati, cioè il Ministero della Salute, un corso tramite Sogei, una società dipendente dal Ministero delle finanze;
  6. se abbiano avuto la modulistica informativa su chi sia il trattamento dei dati, su come esercitare i diritti di cancellazione e di accesso ai dati sanitari;
  7. fare presente che tutto ciò viola gravemente il diritto alla privacy, e perciò verrà inoltrata una segnalazione al garante della privacy; cosa che poi nel caso ci sia proibito l’ingresso va fatta veramente;
  8. registrare/documentare/far firmare l’eventuale divieto di ingresso (come autodifesa e senza divulgarlo); 
  9. chiamare le forze dell’ordine per far verbalizzare l’illecito che sta venendo compiuto e che non siamo affatto assenti ma ben presenti e desiderosi di lavorare;
  10. utilizzare a tal fine anche i social e i media per rendere note le nostre posizioni. BASTA NASCONDERCI! (Io non l’ho fatto fin dall’inizio).

Ma a prescindere dal 1 settembre e anche se decidiamo di sottostare il primo settembre all’infame ricatto, potremo fare queste azioni e altre simili nei giorni successivi, per esempio nei giorni degli esami di recupero, dei relativi scrutini, (nelle superiori), cui siamo tutti convocati, creando non pochi disagi.

Potremo inoltre:

  1. organizzare scioperi (attendo ulteriori consigli su questo aspetto), se possibile anche indipendentemente dalle organizzazioni sindacali,
  2. fare scioperi bianchi 
  3. presentarci senza pass per qualche giorno e poi averlo il 4° o il 5° giorno, e poi di nuovo, senza per altri giorni e poi di nuovo, tanto state tranquilli che al massimo a fine ottobre richiudono tutto, e a quel punto ciao tamponi;
  4. parlare alle classi (e ai relativi genitori), di quanto sta accadendo, o all’interno dei nostri stessi programmi, facendo apertamente dei raffronti espliciti e illustrando le contraddizioni di questi mentecatti, le previsioni sempre “toppate”, il vertiginoso peggioramento della situazione proporzionalmente alla campagna pseudo-vaccinale, (per esempio per quanto attiene al diritto, alla comunicazione, alla storia, alla scienza, alla psicologia, alla letteratura, ecc.) – o anche esondando da questi, in forza di quanto grave sia divenuta la situazione e compromettente la funzione e i compiti della scuola stessa, ridotta a un incubatore di covid-Jugend!

      http://uncomplottoepersempre.com/la-covid-jugend/;

Possiamo leggere loro queste lettere: 

Oppure gli articoli della Costituzione calpestati da un anno e mezzo, la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, la Dichiarazione Europea dei Diritti dell’Uomo, la Carta dei Diritti Fondamentali dell’UE, la Convenzione di Oviedo, il Codice di Norimberga, ecc. 

  1. scrivere ai dirigenti scolastici, ai consigli d’istituto e ai docenti di ogni scuola, chiedendo di esprimersi formalmente sull’accordo/disaccordo con questa nuova forma di razzismo e di apartheid, almeno che lo dicano apertamente, che facciano quest’ulteriore passo verso l’abisso, che non si nascondano sotto il mantello dell’ignavia,
  2. ovviamente, come già stiamo facendo, aderire a più ricorsi possibili dei vari avvocati che li stanno conducendo e implementando (Granara, Fusillo, Sandri, Polacco, Scafetta, Corrias, ComiCost, ecc.), ma senza aspettare semplicemente che la liberazione possa venire da questi, e nel frattempo continuare a dire sì a tutto e raccontare ai nostri/alle nostre bambini/e ragazzi/e giovani le solite palle sulla Costituzione e sullo Stato di diritto e sulla democrazia, come se questi non fossero stati al momento soppressi;
  3. disiscriverci immediatamente dalla vecchia trimurti sindacale di pannelliana memoria (cgil, cisl, uil) aderendo ognuno agli unici che finora si sono espressi apertamente e stanno facendo qualcosa, chi più chi meno, chi meglio, chi peggio, contro questo abominio (Cub, Fisi, Anief) e ovviamente coordinandoci con questi per condurre la nostra lotta salvaguardando anche i nostri diritti, la nostra salute, dignità, e ove e quando possibile, anche i nostri stipendi.
  4. Naturalmente, last but not least, fondamentale è studiare e verificare, insieme agli eventuali sindacati in questione se, cosa e possano veramente fare i DS, e per quanto tempo: Possono realmente sospendere? Per quanti giorni? Dopo il decimo non è necessario un intervento sovra-scolastico? Si può violare così impunemente il contratto di lavoro, aggiungendo ore e ore di “lavoro” per fare le code dei tamponi (cosa che ipoteticamente si può fare, per esempio, il 4° giorno, prima della sospensione, annunciando che così le si fa rientrare “nell’orario di lavoro), e ovviamente anche i costi, per i quali, ovviamente, andranno chiesti dei risarcimenti?

http://uncomplottoepersempre.com/la-covid-jugend/

Se in ogni scuola del Regno, della Repubblica, della novella dittatura, ci fosse anche un solo  insegnante che riuscisse a scatenare un Vietnam di ricorsi, di denunce, di segnalazioni, di interventi delle forze dell’ordine; se riuscisse a coinvolgere la gioventù che così vergognosamente sta venendo mandata al macello fisico e psichico, un solo insegnante potrebbero divenire 2, e poi 4, 5, e poi 10, e poi, magari anche solo 1/3 di tutti gli insegnanti che finora non hanno detto nulla e che hanno tanta paura, troverebbero perlomeno il coraggio di dire quello che pensano, di esprimersi, di dichiarare anche loro che questa tessera fascista, indipendentemente che si sia “vaccinati” o meno, indipendentemente che nel “vaccino” si creda o no, oltre che anti-scientifico e pericoloso è un atto infame, vile, ricattatorio, degradante, non solo per chi la subisce ma anche per chi tentasse di applicarla. Se poi, tra di noi, riuscissimo a coordinare tutto ciò, diventeremmo una valanga inarrestabile e incensurabile da nessun Vespa e Venier.

Il conformismo e la paura sono intrinsecamente vigliacchi: una candela basta a illuminare una caverna oscura da milioni di anni. 

Un solo uomo/una sola donna coraggiosa possono smuovere molti/e che sanno quanto sta succedendo ma hanno solo paura di esprimersi.

Dato che la scuole di ogni ordine e grado, e le università sono dei gangli vitali e centrali della società, coinvolgenti tutti/e i/le bambini/e ragazzi/e e genitori, e anche se sappiamo che molti che la pensano come noi hanno già ritirato i/le loro figli/e da scuola, (giustamente), resistere e far fallire questo ricatto ignobile potrebbe diventare la Caporetto, la Stalingrado del regime, almeno in Italia. 

Ma qualche sacrificio bisogna farlo.

Scusatemi se non metto qui tutti i vari documenti, link e video informativi che afferiscono a quanto detto, immagino che come me anche voi avrete scartabellato l’impossibile ormai da quel maledetto 6 agosto.

Mi limito qui a segnalare/ricordare La Scuola che Accoglie, le chat telegram Contiamoci e Insegnanti che dicono no, le varie dirette di ComiCost e video e relative chat degli avvocati su citati (Fusillo, Granara, Sandri, Scafetta, Polacco, ecc.). Mi perdoneranno tutti i validi gruppi, associazioni e movimenti che qui dimentico.

ADESSO, PERÓ, DOBBIAMO AGIRE.

Buon 1 settembre a tutte e a tutti. 

2 commenti su “Lettera agli amici/alle amiche maestri/e, insegnanti, docenti, educatori/educatrici teoricamente consapevoli di quanto sta accadendo.

  1. Grazie infinite, io sono una precaria entrata nel mondo della scuola l’anno scorso. Avevo deciso in questi giorni di mollare. Sto cercando pure soluzione per mia figlia che va in quarta primaria.
    Ma se mi da il consenso citerò le sue parole in una mail al preside. E alle mie colleghe. Mi risparmia la fatica di trovare le parole giuste.
    Posso citarla? Con tanto di fonte?
    Tanto condivido al 100%
    Laura Bumbaca

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